domenica 4 gennaio 2015

Lo specchio nello specchio - Michael Ende

TITOLO: Lo specchio nello specchio
AUTORE: Michael Ende
EDIZIONE: Tea
PREZZO: 8,60€
PAGINE: 252

TRAMA: Giramondi, funamboli, angeli, donne obese, principesse si muovono attraverso palcoscenici, deserti e cattedrali, dando vita a storie poetiche, bizzarre, sinistre e surreali. 


IL MIO PARERE: Vorrei partire con una premessa.
Questo libro mi è stato regalato quando avevo circa undici anni, forse perché chi me l'ha regalato ha pensato all'Ende della storia infinita, mentre qui troviamo un Michael Ende completamente diverso e che non ha nulla a che fare con una storia godibile e comprensibile da un ragazzino di prima media.
Tre volte l'ho iniziato, tre volte l'ho abbandonato. La prima volta credevo di essere troppo piccola; la seconda volta pensavo di essere più matura e la terza volta speravo fosse arrivato il suo momento.
Questo è stato il mio quarto tentativo, almeno sei o sette anni dopo l'ultima volta che ho provato a leggerlo, e finalmente sono riuscita ad arrivare alla fine, prima di tutto perché sto partecipando ad una challenge in cui uno dei punti è "Un libro che hai abbandonato", secondariamente perché nel tempo sono diventata più tenace e non mi piace più abbandonare i libri: se posso, che mi piacciano o no, arrivo alla fine pur rallentando.
Ora che ho ritentato e sono arrivata alla fine, posso dire una cosa: sono cresciuta, ho letto tanti libri in più, eppure... beh, non lo capisco ugualmente, e ho anche scoperto di non essere stata la sola ad abbandonarlo! Due dei miei contatti mi hanno confessato di averlo mollato, e una terza mi ha raccontato di essere riuscita a finirlo solo la quarta volta che lo riprendeva in mano (evidentemente la quarta è quella buona).
E' una serie di raccontini, dalla mezza pagina alle quindici a seconda, tutti surreali e incomprensibili.
Non ho trovato una chiave di lettura, non ho trovato una morale, non ho trovato un senso!
Il retro della copertina recita, subito dopo la trama:


"Al lettore il compito di fare da 'specchio' alle immagini che gli si propongono con i suoi ricordi, le sue esperienze, i suoi sogni".
Ecco, onestamente il tutto è così assurdo che mi viene da pensare che l'unico specchio a paragone che il lettore possa mettere sia quel momento in cui si è fatto di roba buona.
Anche la frase accattivante in copertina, che recita "Soltanto chi lascia il labirinto può essere felice, ma soltanto chi è felice può uscirne", alla fine non significa niente: è un passaggio che viene nominato giusto nella seconda storia, per poi non ritrovare mai più questa "regola" della città-labirinto, che poi in realtà viene nominata solo nella prima, nella seconda e nell'ultima storia.
Le storie in sé non sono affatto godibili, sono noiose, ci si distrae facilmente, uno studente sarebbe anche disposto a studiare pur di leggere questa roba!
Ci sono rimasta male, perché avevo amato "La Storia Infinita" e perché pensavo, finalmente, di poter dare un senso a questo libro, ma sono arrivata alla conclusione che, ahimé, un senso non ce l'ha (cit).
Credo proprio di dover andare a sbirciare qualche recensione in giro per il web, perché se qualcuno ha capito il senso di questo libro mi farebbe piacere poterlo capire anch'io, mi sento esclusa.
Speravo che, con l'ultima storia, avrei finalmente trovato l'illuminazione, ma purtroppo ancora una volta niente: il riferimento alla prima storia fa capire che in realtà è tutto collegato, ma non si capisce come e quindi è un po' inutile.
Immagino che l'unico collegamento sia il fatto che tutti i personaggi assurdi incontrati siano parte di questo fantomatico labirinto, la cui entrata vedremo solo nel finale (e no, non conta come spoiler, perché i libro parla di niente).
Vi lascio con una storia da mezza pagina che troverete nel libro, se deciderete di avventurarvi nella lettura (FUGGITE, SCIOCCHI!), giusto per farvi capire l'andazzo:
"Sull’ampia superficie grigia del cielo scivolava un pattinatore, a testa in giù, con una svolazzante sciarpa di lana al collo. Poteva farlo, dato che il cielo era gelato.
Con i nasi gocciolanti e le bocche spalancate, una folla di gente stava a guardare da terra, indicava verso di lui e di tanto in tanto applaudiva, quando gli era riuscito un balzo particolarmente difficile (all’ingiù si capisce).
Egli sfrecciò descrivendo grandi archi e volte, sempre le stesse figure, finché la traccia lasciata dalla sua corsa si fu incisa nel cielo. Si vide allora che si trattava di lettere, forse un messaggio importante. Poi egli scivolò via, scomparendo lontano all’orizzonte.
La folla restò a fissare verso l’alto ma nessuno conosceva quell’alfabeto, nessuno era in grado di decifrare la scritta. Lentamente la traccia si dissolse e il cielo tornò ad essere soltanto un ampia superficie grigia.
La gente andò a casa e presto dimentico l’accaduto. In fondo in fondo ognuno ha i propri problemi, e poi: chissà se il messaggio era davvero così importante."
VOTO: 1/5

7 commenti:

  1. ... a me in realtà il raccontino che hai citato attira XD

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    1. E allora magari questo libro fa per te, a quanto ho visto dal web sono l'unica a cui ha fatto schifo, quindi casomai buttati e poi mi fai sapere la tua!

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    2. Ma sai che stanotte me lo sono sognato? Giuro XD mi sa che devo seguire il mio subconscio!

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  2. Si è fatto roba buona!! Non potevi descriverlo in modo migliore ahahahah

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  3. Devo dire che anche a me il raccontino che hai pubblicato ispira :D Di Ende ho letto pochi giorni fa "La notte dei desideri" e mi è piaciuto tanto, molto semplice ma carino. E non ho ancora letto la storia infinita D: Devo assolutamente recuperare questa lacuna, mi sa!

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    1. Se il raccontino ti ispira, allora potrebbe benissimo piacerti tutto il libro! Buttati =)

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