mercoledì 10 dicembre 2014

Io Sono di Legno - Giulia Carcasi

TITOLO: Io sono di legno
AUTORE: Giulia Carcasi
EDIZIONE: Feltrinelli
PREZZO: 6,50 €
PAGINE: 210

TRAMA: Una madre e una figlia. La figlia tiene un diario e la madre lo legge. Alla storia di anaffettività, di sentimenti negati o traditi della giovane Mia, Giulia risponde con la propria storia segnata da quell'"essere di legno" che sembra la malattia, il tormento di entrambe. È come se madre e figlia si scrutassero da lontano, o si spiassero, immobilizzate da una troppo severa autocoscienza. Bisogna tornare indietro. E Giulia lo fa. Torna a riflettere sulla giovinezza ferita dall'egoismo e dalla prepotenza di una sorella falsamente perbenista, sul culto delle apparenze della madre e sul conforto che le viene da una giovane monaca peruviana, Sofia. Torna a rivivere i primi passi da medico, fra corsie e sale operatorie, il matrimonio con un primario, la lunga attesa di una maternità sofferta e desiderata. Più la storia di Giulia si snoda nel buio del passato, più affiorano misteri che chiedono di essere sciolti. E il legno si ammorbidisce. Ma per madre e figlia l'incontro può solo avvenire a costo di pagare il prezzo di una verità difficile, fuori da ogni finzione. 


IL MIO PARERE:
Speravo di scegliere meglio il mio libro da leggere e invece mi è andata male.
Ho dato uno sguardo veloce alla libreria, l'ho notato e ho pensato "Ma sì, dai, leggiamo questo!".
Nella lettura si alternano il racconto di Mia, che scrive sul suo diario, e della madre, che scrive a Mia di sé perché è preoccupata che la figlia possa fare i suoi stessi errori.
Sarebbe stata anche una storia carina, non fosse che l'autrice, piena di belle parole, ha deciso di usarle tutte quante, in un romanzo pieno zeppo di frasi criptiche, aforismi e metafore che, talvolta, si limitano ad allungare il brodo e lasciano il tempo che trovano.
Prese singolarmente ognuna di quelle metafore era molto carina, dico sul serio, ma trovarsi dieci metafore in fila ad un certo punto è stancante, e pensi che vorresti che parlassero come mangiano.
Mia e la madre, ma anche la suora Sofia, parlano allo stesso modo, sembrano fatte con lo stampino nonostante i loro caratteri siano (ma forse sembrano e basta, specie nel caso di Mia e Giulia) diversi.
Non fosse che il diario è in corsivo e la narrazione di mamma Giulia in stampatello, ad inizio di ogni capitolo non avrei idea di chi parla, e questo mi sembra un punto a sfavore.
In fondo, quando si usa la prima persona bisognerebbe poter notare la differenza tra un personaggio e l'altro, la prospettiva che cambia, i pensieri che scorrono in modo diverso.
Persino un altro personaggio, quando fa il suo discorso più lungo, parla come un biscotto della fortuna.
Avrei preferito più storia e meno metafore/aforismi, onestamente, che magari l'autrice poteva sfruttare per qualche poesia, perché prese singolarmente spesso sono frasi molto belle: trovare il racconto talmente appesantito da questo genere di frasi non rende loro il giusto merito, perché te ne stufi presto, ed è davvero un peccato!
Avrei voluto leggere più eventi, più parole scambiate tra le persone e meno aforismi, potermi sentire più vicina ai personaggi e alle loro storie, cosa che invece non è potuta accadere.
Temo che questo libro non mi lascerà niente e che anzi, in breve, verrà dimenticato.
Un vero peccato, perché a suo tempo "Ma le stelle quante sono?" mi era piaciuto, anche se adesso inevitabilmente mi chiedo se non sia perché ero adolescente quando l'ho acquistato e letto.


VOTO: 3/5

4 commenti:

  1. Peccato! A me non piacciono gli autori che parlano per aforismi... sembra che vogliono insegnarti a vivere... Non amo molto questo tipo di libri e dopo il tuo commento non penso di leggerlo!

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    1. A me non dispiace se ne inseriscono, il problema è che il troppo stroppia :/

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  2. A me i libri della Carcasi sono piaciuti entrambi, anche se in effetti questo l'ho letto nel 2011 e la mia memoria fa schifo.. diciamo che, ai tempi, lo avevo apprezzato ^^

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    1. Mah, non è proprio che non mi sia piaciuto, è che ci ha messo davvero poca storia e un quantitativo esagerato - sempre a parere mio, ci mancherebbe - di aforismi e frasi da biscotto della fortuna >.<

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