martedì 23 dicembre 2014

Meet my parents - Christmas edition

Finalmente ieri era il 22 dicembre, un po' di relax per Enos, che è in ferie!
E invece no: finalmente era il 22 dicembre e abbiamo come pazzi a pulire la cucina prima di andare a recuperare i miei genitori da mio fratello, in provincia di Lucca, per fargli passare il Natale da noi.
Vi chiederete quanto si possa parlare per riassumere una giornata praticamente tutta di pulizie e viaggio in auto... La risposta è: parecchio, quando si tratta della mia famiglia.

Verso le due, con soltanto un'ora di ritardo sulla tabella di marcia, siamo finalmente pronti a partire.
Raccattiamo le ultime cose e poi via.
Ti aspetteresti che a fine dicembre la gente non dimenticasse di indossare la felpa, giusto? E invece...
Mentre, a un km da casa, stiamo buttando la spazzatura, mi rendo conto che Enos è a maniche corte.
"La felpa l'hai presa, vero?"
Prima ancora che risponda, ho già capito.
Ma tanto che importa, è solo un km, torniamo indietro in un battibaleno e ripartiamo, poi niente più ci fermerà! 
Le ultime parole famose: ad un certo punto leggiamo il cartello luminoso che avvisa di OTTO chilometri di coda vicino a Barberino causa incidente. Sticazzi.
Usciamo dall'autostrada e ci shakeriamo sul passo della Futa, rientrando poi a Barberino e trovando quantomeno la strada sgombera.
Dall'altro lato, invece, non se la passano troppo bene: altro incidente e traffico bloccato.
Mi dico che al ritorno ci sarà da ridere e proseguiamo.
L'idea era di arrivare alle 16, ma riusciamo a incontrare i miei genitori solo un'ora e mezza dopo. 
Fortunatamente ci ha pensato mia nipote, cinque anni ("dopodomani. Ora ne ho quattro" cit.) a farmi fare il pieno di energie, chiedendomi subito di giocare con lei e portandomi a vedere la sua cameretta nuova.
Ha aperto davanti a me anche il suo cassettino del calendario dell'avvento, dove c'era una caramella.
"Ce n'è solo una... Zia, prendila tu".
Non c'è giornata pesante che tenga: Elisa mi ricaricherà sempre le energie!
Ovviamente la caramella gliel'ho lasciata, poi purtroppo siamo dovuti ripartire per il ritorno, non prima di aver caricato il portabagagli con il borsone dei miei e il cibo per la vigilia.
C'era più cibo che vestiti, neanche a dirlo.
In macchina papà mi ha elencato la roba che aveva preparato:
- torta di verdure
- involtini di würstel 
- pizzette
- ravioli
- melanzane alla parmigiana
- pasta alla norma
- arrosto ripieno 

In più, aveva preso un pezzo di bresaola da tagliare per farlo con rucola e parmigiano.
Tutto questo per nove persone, di cui uno celiaco e che quindi ha scelta ridotta, una che mangia come un uccellino perché ha fatto il bendaggio gastrico e lui stesso che non mangia praticamente niente di quel che cucina.
"Non preparare troppa roba, che siamo solo in nove e poi anche qui la nonna e la suocera cucinano qualcosa".
Ma che gliel'ho detto a fare?!
"Volevo fare anche la torta di riso ma non sapevo se poi in macchina ci stava tutto! Però possiamo prendere gli ingredienti per fare qualcosa a casa tua... Che dici, le facciamo due tartine?"
AIUTO.
Poi però ha avuto il coraggio di dirmi che non mi so dosare perché ho fatto settanta mini cupcake per otto persone.
La mela non cade mai lontana dall'albero.
Il viaggio tutto sommato è stato abbastanza tranquillo, a parte mia madre che ad ogni frase diceva: "Vero, Enos?"
Sono abbastanza sicura che Enos il 90% delle volte abbia pensato "E io che ne so?"
Arrivati a casa abbiamo depositato mamma e papà dalla nonna e siamo andati a scaricare la macchina dalle cibarie.
"Ho il freezer vuoto", aveva detto mia suocera, "non ci sono problemi".
Premesso che è un freezer grande quanto un frigo, sappiate che implorava pietà quando abbiamo finito con lui.
E ho dovuto mettere gli involtini nel mio, perché di là non ci stavano.
Finalmente ci siamo messi a tavola, noi quattro più i miei suoceri, e abbiamo avuto occasione di tirare un po' di fiato e rilassarci per la prima volta da quando, al mattino, ci siamo alzati.
Dopo cena, quando ormai pensavo che la giornata fosse ormai finita e che niente di brutto potesse accadere, il fattaccio: è arrivato mio cognato con la fidanzata, Caterina, e si sono seduti con noi.
Al che lei mi dice: "Allora, come va con i topini?"
Ora, qualcuno di voi lo sa, ma giusto per rendervi partecipi della nostra disperazione del momento sappiate che mia madre non può vedere neanche i peluche a forma di topo, né tantomeno li può vedere disegnati o in foto.
Non sa che abbiamo avuto problemi di topolini più di una volta (bello abitare in campagna, eh?) e non deve assolutamente saperlo.
In un momento di panico, io ho strizzato gli occhi facendole segno di no con la testa in maniera impercettibile, mentre Enos un po' meno antisgamo faceva "Shhhh!" e mimava il gesto.
Caterina ha afferrato (e vorrei vedere, mancava solo il cartello al neon che diceva "TACI") e ha fatto finta di niente, ma oggi, ad un giorno di distanza, mi chiedo ancora se mamma abbia captato la domanda o meno.
Povera cognatina, lei non sapeva niente del fatto che fosse argomento tabù, né teoricamente sapeva del problema con i topi, di cui probabilmente l'ha informata mio cognato.
Avrei voluto morire, credetemi!

Oggi siamo al secondo giorno ed io sono già entrata in modalità sopravvivenza con mio padre, che ha il bruttissimo vizio di non dirmi quel che gli serve o che preferisce, lasciandomi libera interpretazione (tipo: vederlo vagare modello anima in pena con in mano il cellulare, vuol dire "Oddio, dove cappero sta la presa per attaccarlo in carica?").
La frase chiave è: "Pincopallino. Ma va bene anche Vattelapesca, è uguale".
Un esempio pratico? Stamattina al supermercato, mi ha detto che di solito per colazione mangia le merendine mulino bianco senza uova né latte (che poi erano Misura, ma dettagli).
Arriviamo al reparto, scopriamo che in realtà sono Misura e gli chiedo: "A che gusto?"
"Cioccolato."
Enos fa per tirare giù un pacco, e papà aggiunge: "Ma va bene anche albicocca, eh, non importa!"

Il problema, poi, è proprio la spesa in generale. Sapete qual è la frase chiave? "Cla, ce l'hai un po' di...?"
Per questo motivo, stamattina mi sono fatta aiutare con la lista della spesa, esortandolo più volte a dirmi cosa volessero lui e la mamma.
"Fai finta che abbia il frigo vuoto e di dover fare la spesa per te. Cosa prenderesti?"
"Oh, Cla, ma mica ti devi preoccupare, io mangio quello che c'è, tipo un po' di formaggio!"
Ecco, è proprio lì il discorso: lui il formaggio a casa ce l'ha spesso, noi invece non ne compriamo praticamente mai.
Quindi, se non mi avesse detto che voleva del formaggio e l'avesse chiesto durante il pasto, tramite la tipica frase chiave, non l'avrebbe trovato.
Alla fine gli ho comprato un po' di tutto, e se dovesse uscirsene con "Cla, ce l'hai un po' di...?" mi sa che si dovrà arrangiare: domani è la Vigilia, sarebbe un suicidio tornare a fare la spesa!
Erano già tutti fulminati stamattina, figuriamoci domani...
L'unica che sembrava in pace col mondo era - stranamente - la cassiera, che sorrideva di un sorriso genuino e aveva un'aria simpatica e spontanea.
"Buone feste e in bocca al lupo per il delirio di domani!"
"Eh, speriamo, è il mio primo Natale al supermercato!"
Ecco perché non era isterica, mi pareva strano!

E insomma, se leggete questo mio post iniziate a pregare per la mia sanità mentale, perché sento che ne è rimasta proprio poca poca, che sto esaurendo rapidamente insieme alla pazienza!
Buone feste a tutti, ci sapremo ridire...

2 commenti:

  1. grazie per il resoconto esilarante, mi ha proprio tirato su il morale dopo una giornata di delirio in ospedale!!! :D Auguri a tutta la famiglia!

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Un commentino è sempre gradito, se lascerete traccia del vostro passaggio ne sarò davvero molto felice!

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